3 routine di introspezione da provare:
1. il Ciclo di riflessione di Gibbs
Quando una metodologia porta il nome del suo autore, è segno che si tratta di un approccio accademico. Sviluppato da Graham Gibbs nel 1988 per offrire un approccio strutturato all’introspezione, questo metodo è ancora oggi utilizzato perché propone un percorso semplice in sei fasi. “Funziona ancora perché è molto utile per risolvere problemi ed è perfetto per chi ama avere un processo chiaro da seguire”, spiega Jo Irving, coach specializzata in empowerment olistico e trasformazione personale. “Le 6 fasi ti guidano passo dopo passo…
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Cosa è successo?
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Come ti sei sentito?
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Cosa ha funzionato e cosa no?
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Perché è successo?
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Cosa hai imparato?
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Cosa faresti in modo diverso la prossima volta?
Grazie al suo processo strutturato, è un metodo perfetto per chi desidera migliorare le proprie capacità di leadership o analizzare situazioni in un contesto lavorativo. Tuttavia, per chi preferisce un approccio più intuitivo o riflessivo, può risultare troppo rigido e dispendioso in termini di tempo.
2. Il metodo 3-2-1
Veloce, efficace e facilmente adattabile, il metodo 3-2-1 è semplice e può essere un ottimo punto di partenza per chi si avvicina all’introspezione per la prima volta. Ti basta annotare…
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3 cose che hai imparato da un’esperienza
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2 aspetti che ti hanno colpito o sorpreso
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1 domanda che ti è rimasta
“Aiuta a smettere di rimuginare e, se praticato con costanza, porta davvero grandi benefici. Puoi anche provare con 3 successi, 2 sfide e 1 intenzione per la settimana successiva; oppure 3 cose per cui sei grato, 2 cose che stai lasciando andare e 1 che stai accogliendo”, suggerisce Jo.
3. Approcci non analitici
Se utilizzi il pensiero laterale, potresti aver bisogno di una routine di introspezione diversa, più olistica o creativa. Un buon punto di partenza è tenere un diario. “Può essere libero o strutturato a tuo piacimento: puoi scrivere della tua giornata, riflettere su un evento specifico oppure partire da spunti come per cosa sono grato? Quali sfide ho affrontato oggi? Qual è stata la parte migliore della mia giornata?’. Ma attenzione: non limitarti a fare un elenco, prenditi il tempo per soffermarti su pensieri, emozioni e motivazioni che ci sono dietro, e come si connettono ai tuoi valori o alle tue relazioni”, consiglia la psicologa ricercatrice Dott.ssa Emma Palmer-Cooper.
Scrivere un diario non fa per te? Perché non provare con le note vocali, suggerisce Jo: “Possono essere uno strumento prezioso per i pensatori neurodivergenti o per chi elabora meglio parlando ad alta voce. L’EFT (tamburellamento) è un altro dei miei preferiti per regolare le emozioni, ritrovare chiarezza e rilasciare tensioni. Oppure strumenti come le liste di valori o il mood boarding, che ti aiutano ad allargare lo sguardo e vedere il quadro generale”. Anche la mindfulness e la meditazione offrono strade alternative per l’introspezione. Se cerchi un punto di partenza, puoi seguire la nostra guida qui oppure provare la meditazione con la candela, concentrandoti sulla fiamma che ondeggia per mantenere la concentrazione.
A seconda di ciò che vuoi affrontare, puoi anche chiedere supporto a qualcun altro. “Capire come ti senti richiede tempo, energia e una certa dose di coraggio, soprattutto se si tratta di confrontarsi con un problema o una dinamica più profonda. Un amico fidato, un coach, un mentore o persino un genitore possono rivelarsi d’aiuto: spesso lo sguardo e le percezioni degli altri ci permettono di comprendere meglio come ci relazioniamo con chi ci circonda, che impatto hanno i nostri comportamenti e come viene percepita la nostra identità”, spiega Jan.
Quali sono i vantaggi?
“Tutti noi abbiamo abitudini radicate che ci portano a smettere di notare sia le gioie sia i dolori della nostra vita”, scrive la coach esperta Julie Starr. E Jan avverte: “Affrontare la vita senza fare i conti con le emozioni può significare che saranno le emozioni a fare i conti con te”. In sostanza, osservando le tue azioni e reazioni, i tuoi pensieri e sentimenti, lavori per sviluppare la tua intelligenza emotiva, una competenza che porta vantaggi in ogni ambito della vita.
“Sul lavoro può esserti d’aiuto per individuare cosa ti motiva, come collabori con gli altri e cosa potrebbe frenarti”, spiega la Dott.ssa Emma. “Nelle relazioni migliora empatia e comunicazione, perché riflettere su come le tue parole e azioni influenzano gli altri ti permette di gestire i conflitti in modo più costruttivo; e per la salute mentale, numerosi studi hanno dimostrato che la riflessione positiva è associata a una riduzione dei sintomi di depressione e ansia, a un maggiore benessere e a una più alta soddisfazione della vita” (Carr et al. 2021).
Con quale frequenza dovresti praticare l’introspezione?
Non esiste una risposta giusta o sbagliata. Puoi fermarti a riflettere ogni giorno, una volta a settimana o anche solo una volta al mese. L’ultima cosa che vuoi è trasformarla in un compito pesante da aggiungere alla tua lista di cose da fare, quindi non darti scadenze rigide o frequenze prestabilite. Quando inizierai a vederne i benefici, sarà la motivazione stessa a renderla un’abitudine. Infatti, secondo uno studio della Harvard Business School, i professionisti che praticano quotidianamente l’introspezione hanno migliorato le loro performance del 23%.
E se emergono sentimenti negativi?
Non è mai facile confrontarsi con pensieri o emozioni difficili, soprattutto quando compaiono sensi di colpa, rimpianti o disagio. È proprio qui che serve adottare una prospettiva “distaccata da sé”, spiega la Dott.ssa Emma. “Immagina di essere un osservatore esterno, di guardare ciò che stai vivendo da un punto di vista in terza persona: questo ti aiuterà a elaborare le emozioni ed evitare di rimuginare o pensare troppo, cosa che può ostacolare la capacità di risolvere i problemi”.
“La riflessione non è perfezione, ma presenza. Non è sempre bella o ordinata: a volte è disordinata, cruda o emotiva, ma è proprio in quello spazio che avviene la vera crescita. Quindi inizia in piccolo e affrontala con gentilezza”, dice Jo. “Non rifletti per aggiustarti, rifletti per incontrarti. Ed è proprio lì che comincia ogni cambiamento”.